Amministrazioni e stakeholder devono proporsi come ‘’destinazioni smart’’, mettendo a disposizione dei turisti adeguate infrastrutture e strumenti. Sono necessari un nuovo approccio e una nuova visione strategica basati sulla capacità di mettere a fattore comune le esperienze positive per replicarle su più territori, creare nuovi circuiti basati sull’esperienza e sulla percezione, superare le barriere linguistiche e le eventuali difficoltà sensoriali e motorie, andare oltre la logica del “turismo mordi e fuggi” attirando le persone e trattenendole.

L’adeguata programmazione deve poi accompagnarsi a un altrettanto adeguato marketing territoriale, così da portare i turisti non solo nelle grandi città ma anche nelle mete meno note, uscendo dai circuiti tradizionali.

Un processo di trasformazione digitale finalmente avviato, anche grazie ai fondi del PNRR (M1C3).

Creare una rete di operatori, attività, servizi, punti di interesse e cittadini è alla base dell’accoglienza turistica e della gestione del patrimonio culturale partecipativo.

Un racconto costruito su questi assunti contribuisce anche alla valorizzazione del patrimonio e dei luoghi stessi. Proprio queste finalità consentono di affiancare l’Ente intervenendo con la formula del Partenariato Speciale Pubblico-Privato (PSPP), una forma di collaborazione tra Ente pubblico e partner privato caratterizzata da una governance estremamente semplificata, da una flessibilità operativa e dall’amplissima discrezionalità tecnica, finalizzati alla migliore valorizzazione del bene.

Il PSPP fa da moltiplicatore alle risorse del PNRR, perché l’intervento del privato determina l’immissione di ulteriori risorse finanziarie, coinvolge anche il territorio e la comunità locale, si instaurano collaborazioni con soggetti del volontariato e del Terzo Settore.

Investire nell’innovazione, dunque, diventa il requisito fondamentale per riattivare i processi di sviluppo locale, a ogni livello e area geografica, e creare anche possibili nuovi posti di lavoro.