5 domande a...
Fabio Francalancia

Intervista al Group Chief Procurement & Strategic Sourcing Officer di Engineering.

Fabio Francalancia ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in ambito Finance, Procurement and Operations in importanti aziende multinazionali.

Guida l’evoluzione del procurement del Gruppo Engineering verso modelli e best practice internazionali, potenziate dalle moderne tecnologie Digitali e AI.

In qualità di Group Chief Procurement and Strategic Sourcing Officer si occupa inoltre di creare un ecosistema di partner coerenti con la vision di Eng e orientati a un business etico, responsabile e sostenibile.

Contribuisce anche al percorso di integrazione delle società acquisite dal Gruppo in Italia e all’estero.

1. IL PROCUREMENT MODERNO È UNA SORTA DI CO-PILOTA DI OGNI DIVISIONE ALL’INTERNO DI UN’AZIENDA. COME STANNO CAMBIANDO GLI OBIETTIVI E QUALI SFIDE ABBIAMO DAVANTI?


Oggi ci troviamo davanti a una complessità tecnica, operativa e sociale senza precedenti, basti pensare al quadro normativo, all’attenzione verso la sostenibilità della supply chain, all’emergere di nuove realtà aziendali o partner che portano sul mercato soluzioni e modelli operativi ed economici completamente nuovi, o alla difficoltà che le società hanno ad attrarre e trattenere i talenti.

Per sostenere tutte queste sfide, quindi, un moderno team di procurement deve sicuramente conoscere bene l’ecosistema in cui si opera, indirizzando comportamenti e scelte aziendali e proteggendo l’organizzazione da rischi di business non sempre facili da diagnosticare.

Oltre all’ecosistema di riferimento, un moderno procurement è in grado di analizzare i costi e i relativi trend in modo lucido e proteggere in modo tempestivo l’equilibrio economico, in sinergia con gli stakeholder interni; la velocità d’azione, quindi, è la terza caratteristica.

In conclusione, dal mio punto di vista, l’essenza del procurement moderno sta nella capacità di ascoltare i bisogni dell’azienda e allinearli alla sua vision, attraverso un dialogo aperto e diretto con tutte le parti coinvolte.  

2. IN UN CONTESTO SOCIALE IN CONTINUA EVOLUZIONE, QUANTO SONO IMPORTANTI LA VELOCITÀ DI AZIONE E LA CAPACITÀ DI ADATTARSI PER SFRUTTARE AL MEGLIO LE OPPORTUNITÀ DI MERCATO?


Quello che rende solida e resiliente un’azienda al giorno d’oggi è la sua capacità di essere “adaptive”, di “saper mutare pelle” rapidamente, percependo velocemente i cambiamenti esterni per cogliere le migliori opportunità di business in modo sostenibile, scalabile, compliant.

Il team di procurement deve abilitare questo sincronismo con l’ecosistema in cui l’azienda opera.

Un po’ come nello sport: vince chi è più veloce a capire lo schema di gioco da usare, o a cambiarlo al momento giusto. Fuor di metafora, nel business vince chi sa sfruttare le dinamiche emergenti e capitalizzarle al meglio, cooperando con l’ecosistema nel modo migliore.

3. PROCUREMENT E TECNOLOGIA: QUALE RELAZIONE?


Partiamo da un presupposto: attualmente in ogni bene o servizio che si acquista c’è una tecnologia abilitante in grado di fare la differenza in termini di resilienza, agilità, modularità, livello di costo.

Inoltre, proprio grazie alle tecnologie emergenti, i professionisti del procurement possono sostenere le sfide aziendali di cui parlavamo prima: conoscere meglio l’ecosistema impresa, cogliere i tratti distintivi dei soggetti che si muovono attorno, tenere sotto controllo i costi, muovendosi con velocità; perché la tecnologia consente ai professionisti di liberare la giornata dalle attività (pur cruciali) di routine, dedicandosi a quelle a maggiore valore aggiunto, come ad esempio osservare gli scenari futuri e individuare modelli di cooperazione.

È in questo contesto, di alta dinamicità e di grandi potenzialità tecnologiche, che si affermano, più che in passato, professionisti che chiamo “multipotential”, capaci cioè di affrontare problemi complessi e mettere la loro esperienza (più eterogenea per area d’azione o mansione) nel disegno e nell’implementazione di soluzioni.

In altre parole, persone capaci di usare la propria multiforme esperienza e la tecnologia per adottare le modalità di acquisto, raccolta di informazioni, individuazione di metodi di lavoro più idonei.  

4. IN TERMINI DI “SKILLS & ATTITUDES”, QUALI POSSONO FARE LA DIFFERENZA IN QUESTO NUOVO CONTESTO PROFESSIONALE? 


Due fattori: la creatività, intesa come la capacità delle aziende e dei professionisti di individuare soluzioni (di metodo, di tecnologia, ....) nuove per pianificare, controllare e agire, e la cooperazione, ovvero la capacità di interagire con tutti i soggetti interni ed esterni, offrendo e traendo il massimo da ogni interazione.

Sono convinto che, mai come in questi tempi, le soft skills saranno sempre più cruciali, demandando, come dicevamo, alla tecnologia il workload di attività time consuming.

Le soft skills, nel procurement così come in ogni altro ambito aziendale saranno quelle che permetteranno ai professionisti e alle loro organizzazioni di saper immaginare e co-creare il futuro dell’azienda insieme al proprio ecosistema.

Che sia la tecnologia, quindi, ad occuparsi di ciò che è fattibile con informazioni del passato o del presente, permettendo invece al professionista di volgere il proprio sguardo al futuro, “piacevole ossessione” a cui poter dedicare più tempo. 

5. QUALI RISULTATI STA OTTENENDO IL GRUPPO ENG DA QUESTO APPROCCIO AL PROCUREMENT?


Stiamo collaborando con tutto l’ecosistema, con primarie aziende internazionali e con start up italiane, per utilizzare al meglio la tecnologia: dalla più semplice automazione alla GenAI; in ogni ambito delle attività del procurement moderno.

È un percorso da condurre con decisione e umiltà, con una chiara visione circa le opportunità che si vogliono cogliere ma anche con la massima attenzione a ogni potenziale soluzione emergente.

Stiamo disegnando insieme ai nostri partner un’avanzata piattaforma tecnologica che abilita le interazioni con il nostro ecosistema, in modo veloce e solido.

E stiamo portando nelle mansioni quotidiane l’artificial intelligence in modo da liberare forza lavoro e soprattutto “pensiero” per attività più strategiche, appunto rivolte al futuro. 

 

Ciò che rende solida e resiliente un’azienda oggi è la sua capacità di essere adaptive, per cogliere le opportunità di business in modo sostenibile, scalabile, compliant. 

Fabio Francalancia Group Chief Procurement & Strategic Sourcing Officer., Engineering